Il Comune ha fatto due
proposte: un caseggiato a piano terra in via Filzi, ma si trattava di un'altra
sede provvisoria, oppure parte dei capannoni Aem di via S.Maria in Betlem,
soluzione abbastanza impraticabile data la struttura del posto. Non rimane che
la terza proposta, la più lusinghiera anche se onerosa: costruire su una
superficie data in gestione dal Comune, là dove c'è una specie di campo di
calcio, all'ingresso del Campo Scuola.
Il Comune rileverà la struttura dopo sei
anni, al prezzo di costo ipotetico previsto in partenza. Prendere o lasciare:
occasione irripetibile.
Si parte con un
preventivo ridotto ai minimi termini, ma durante i lavori i più normali
imprevisti ed errori di valutazione accrescono di molto il budget che era stato
preventivato . Dove reperire le risorse?
«Non
fu cosa facile
–ricorda
Giorgio Sozzi-:
molti sorrisi,
tante chiacchiere, ma, al momento di concludere, nemmeno la garanzia
dell'impegno preso dal Comune era sufficiente per ottenere un prestito. Solo
la Cassa Padana, nuovo istituto di credito che aveva da poco aperto i
battenti in città, ci prese sul serio»
A stendere il progetto è lo stesso Giorgio
Sozzi, sulla base della trentennale esperienza di palestra, e con l'aiuto del
geometra Berselli.
A maggio la struttura muraria e gli
impianti elettrico e idraulico sono pronti: bisogna tinteggiare interni ed
esterni, costruire le panche mancanti per gli spogliatoi, allestire un tappeto
idoneo allo spazio ed all'imponenza della struttura, con una base in legno e il
fissaggio al suolo, costruire i cancelli, la tribunetta per gli spettatori,
rifinire il tutto. Tutto questo è lavoro per gli irriducibili del Kodokan: ogni
aiuto è gradito, e ciascuno si adopera secondo le proprie possibilità. Si cerca
e si riesce risparmiare dove si può, ma è necessario ogni giorno utile delle
vacanze estive.
Si
lavora sodo ed il 1° settembre 1997,
che cade di lunedì, si apre il Quinto Kodokan, al solito, senza perdere nemmeno
un giorno di lezione.
Per la prima volta si apre un anno judoistico senza
l'incertezza incombente di un tetto per il domani, senza spifferi,
infiltrazioni, docce gelate, buchi nelle pareti e sul pavimento.
Si avvia un nuovo corso con una
riflessione: l'ambiente non lo fanno i muri, ma le persone: solo i nuovi
allievi, unitamente agli anziani, potranno creare quell'atmosfera speciale e
quella serenità che ha sempre accompagnato i judoka del Kodokan durante le
difficoltà del passato.
«Ripartiamo
–tiene a
sottolineare il maestro Sozzi-
ricchi di esperienza e
di umiltà, con affetto verso gli allievi che non sono più con noi a scrivere
la storia del Kodokan.
Un pensiero speciale va a
chi ci ha lasciato anzitempo».
All'inaugurazione del nuovo Kodokan
Cremona, che simbolicamente avviene il 1° gennaio 1998, ci sono il sindaco Bodini con le autorità locali, molti personaggi del judo italiano amici del
Kodokan ed il Presidente Federale Matteo Pellicone, che onora con la sua
presenza un rapporto di collaborazione tra comune e realtà sportiva più unico
che raro per il judo.
Siamo nell'autunno 1997 quando parte Sportime Show, la tre giorni in fiera che è un palcoscenico promozionale di
prima importanza, e si ripeterà per cinque anni. Poi la collaborazione con la
maratona Telethon che si ripeterà ogni anno a scopo benefico, le presenze del
Kodokan nelle più svariate manifestazioni.
Continuano e
si ampliano i corsi per i ragazzi dell'Anffas di Cremona, Cse di Cremona e Regona.
Esperienze di
collaborazione con varie cooperative sociali, tra cui l'Iride, Arcobaleno, Agropolis: Giorgio Sozzi pubblica un volume dedicato alla quindicennale
esperienza coi disabili psichici.
Il Kodokan apre un corso di
tai ji quan
Nel
1998
Michele Cimini si qualifica per la finale nazionale esordienti. Nel 1998
Andrea
Sozzi
vince gli Open di Malta, raggiunge la Finale agli Assoluti, ma,
fermato da Girolamo Giovinazzo al terzo incontro, non va oltre il 9° posto;
Sempre Nel 1999
Francesco Sisca si qualifica alla Finale degli italiani cadetti. I
risultati pesanti nel judo non arrivano ma almeno il Kodokan torna a farsi
vedere con regolarità nelle Finali Nazionali. E questo è buon segno.
Sempre
nel 1999 Ilaria Sozzi si specializza nell'insegnamento del tai ji quan, e
si fregia di un altro titolo italiano nella forma 24.
Nel
1998
Andrea Sozzi ed Enrico Nanna a dicembre superano,
a Roma, il corso per allenatore federale.
Ferve l'attività promozionale nelle scuole
a tutti i livelli. Nel 1999 parte il progetto triennale Mus-E, incredibile
opportunità di incontro tra judo e scuola: a Cremona, città pilota in
Italia insieme a Milano e Roma, è interpellato il Kodokan Cremona che risponde
con impegno ed entusiasmo.
Nel 2000
Andrea Sozzi
è bronzo ai Campionati Italiani Universitari
Nel dicembre 2000 è ospite al Kodokan
Pino Maddaloni che, fresco dell'oro nell'Olimpiade di Sydney, riempie di
entusiasmo i bambini e carica i giovani agonisti del Kodokan.
Sono ospiti del
Kodokan Massimo Sulli, Ray Stevens (argento olimpico a
Barcellona), i giapponesi Mutsumura e Sugiyama, per il tai ji
arriva Li Rong Mei.
Nel 2001 il
Kodokan festeggia i 30 anni di attività, ed in novembre 2001
Andrea
ed Ilaria Sozzi
si esibiscono, al Piccolo Teatro di Milano di fronte alle telecamere Rai, con
una delle 14 classi elementari che hanno partecipato a Cremona al progetto
Mus-E di Judo e Tai ji quan.
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Il
sindaco di Cremona Paolo Bodini taglia il nastro dell'inaugurazione ufficiale, è
il gennaio 1998. Ma la nuova palestra funziona già dal settembre 1997
La prima generazione di
agonisti del quinto Kodokan: e del nuovo millennio: Omar Fortunato, Tullio Zanolli, Diego LaRosa, Francesco
Sisca, Alessandra Frittoli e Laura Arisi
Andrea Sozzi, dopo il bronzo
universitario del 2000, si allontana progressivamente dall'attività
agonistica e si dedica a tempo pieno ad allenare i più giovani
Telethon,
Festa dell'Unità, Sportime Show, sono solo alcune delle manifestazioni che
vedono il Kodokan protagonista
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