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Il nuovo Kodokan (dal settembre 1997 al 2001)    

Il Comune ha fatto due proposte: un caseggiato a piano terra in via Filzi, ma si trattava di un'altra sede provvisoria, oppure parte dei capannoni Aem di via S.Maria in Betlem, soluzione abbastanza impraticabile data la struttura del posto. Non rimane che la  terza proposta, la più lusinghiera anche se onerosa: costruire su una superficie data in gestione dal Comune, là dove c'è una specie di campo di calcio, all'ingresso del Campo Scuola.

Il Comune rileverà la struttura dopo sei anni, al prezzo di costo ipotetico previsto in partenza. Prendere o lasciare: occasione irripetibile.

Si parte con un preventivo ridotto ai minimi termini, ma durante i lavori i più normali imprevisti ed errori di valutazione accrescono di molto il budget che era stato preventivato . Dove reperire le risorse?

«Non fu cosa facile –ricorda Giorgio Sozzi-: molti sorrisi, tante chiacchiere, ma, al momento di concludere, nemmeno la garanzia dell'impegno preso dal Comune era sufficiente per ottenere un prestito. Solo la Cassa Padana, nuovo istituto di credito che aveva da poco aperto i battenti in città, ci prese sul serio»

A stendere il progetto è lo stesso Giorgio Sozzi, sulla base della trentennale esperienza di palestra, e con l'aiuto del geometra Berselli.

A maggio la struttura muraria e gli impianti elettrico e idraulico sono pronti: bisogna tinteggiare interni ed esterni, costruire le panche mancanti per gli spogliatoi, allestire un tappeto idoneo allo spazio ed all'imponenza della struttura, con una base in legno e il fissaggio al suolo, costruire i cancelli, la tribunetta per gli spettatori, rifinire il tutto. Tutto questo è lavoro per gli irriducibili del Kodokan: ogni aiuto è gradito, e ciascuno si adopera secondo le proprie possibilità. Si cerca e si riesce risparmiare dove si può, ma è necessario ogni giorno utile delle vacanze estive.

Si lavora sodo ed il 1° settembre 1997, che cade di lunedì, si apre il Quinto Kodokan, al solito, senza perdere nemmeno un giorno di lezione.

Per la prima volta si apre un anno judoistico senza l'incertezza incombente di un tetto per il domani, senza spifferi, infiltrazioni, docce gelate, buchi nelle pareti e sul pavimento.

Si avvia un nuovo corso con una riflessione: l'ambiente non lo fanno i muri, ma le persone: solo i nuovi allievi, unitamente agli anziani, potranno creare quell'atmosfera speciale e quella serenità che ha sempre accompagnato i judoka del Kodokan durante le difficoltà del passato.

«Ripartiamo –tiene a sottolineare il maestro Sozzi- ricchi di esperienza e di umiltà, con affetto verso gli allievi che non sono più con noi a scrivere la storia del Kodokan.

Un pensiero speciale va  a  chi ci ha lasciato anzitempo».

 

All'inaugurazione del nuovo Kodokan Cremona, che simbolicamente avviene il 1° gennaio 1998, ci sono il sindaco Bodini con le autorità locali, molti personaggi del judo italiano amici del Kodokan ed il Presidente Federale Matteo Pellicone, che onora con la sua presenza un rapporto di collaborazione tra comune e realtà sportiva più unico che raro per il judo.  

Siamo nell'autunno 1997 quando parte Sportime Show, la tre giorni in fiera che è un palcoscenico promozionale di prima importanza, e si ripeterà per cinque anni. Poi la collaborazione con la maratona Telethon che si ripeterà ogni anno a scopo benefico, le presenze del Kodokan nelle più svariate manifestazioni. 

Continuano e si ampliano i corsi per i ragazzi dell'Anffas di Cremona, Cse di Cremona e Regona.

Esperienze di collaborazione con varie cooperative sociali, tra cui l'Iride, Arcobaleno, Agropolis: Giorgio Sozzi pubblica un volume dedicato alla quindicennale esperienza coi disabili psichici. 

Il Kodokan apre un corso di tai ji quan

  

Nel 1998 Michele Cimini si qualifica per la finale nazionale esordienti. Nel 1998 Andrea Sozzi vince gli Open di Malta, raggiunge la Finale agli Assoluti, ma, fermato da Girolamo Giovinazzo al terzo incontro, non va oltre il 9° posto;

Sempre Nel 1999 Francesco Sisca si qualifica alla Finale degli italiani cadetti. I risultati pesanti nel judo non arrivano ma almeno il Kodokan torna a farsi vedere con regolarità nelle Finali Nazionali. E questo è buon segno.

Sempre nel 1999 Ilaria Sozzi si specializza nell'insegnamento del tai ji quan, e si fregia di un altro titolo italiano nella forma 24.

Nel 1998 Andrea Sozzi ed Enrico Nanna a dicembre superano, a Roma, il corso per allenatore federale.

Ferve l'attività promozionale nelle scuole a tutti i livelli. Nel 1999 parte il progetto triennale Mus-E, incredibile opportunità di incontro tra judo e scuola: a Cremona, città pilota in Italia insieme a Milano e Roma, è interpellato il Kodokan Cremona che risponde con impegno ed entusiasmo.

Nel 2000 Andrea Sozzi è bronzo ai Campionati Italiani Universitari

Nel dicembre 2000 è ospite al Kodokan Pino Maddaloni che, fresco dell'oro nell'Olimpiade di Sydney, riempie di entusiasmo i bambini e carica i giovani agonisti del Kodokan.

Sono ospiti del Kodokan Massimo Sulli, Ray Stevens (argento olimpico a Barcellona), i giapponesi Mutsumura e Sugiyama, per il tai ji arriva Li Rong Mei.

 

Nel 2001 il Kodokan festeggia i 30 anni di attività, ed in novembre 2001 Andrea ed Ilaria Sozzi si esibiscono, al Piccolo Teatro di Milano di fronte alle telecamere Rai, con una delle 14 classi elementari che hanno partecipato a Cremona al progetto Mus-E di Judo e Tai ji quan.

 

Il sindaco di Cremona Paolo Bodini taglia il nastro dell'inaugurazione ufficiale, è il gennaio 1998. Ma la nuova palestra funziona già dal settembre 1997

 

 

 

 

 

La prima generazione di agonisti del quinto Kodokan: e del nuovo millennio: Omar Fortunato, Tullio Zanolli, Diego LaRosa, Francesco Sisca, Alessandra Frittoli e Laura Arisi

 

 

 

Andrea Sozzi, dopo il bronzo universitario del 2000, si allontana progressivamente  dall'attività agonistica e si dedica a tempo pieno ad allenare i più giovani

 

 

 

Telethon, Festa dell'Unità, Sportime Show, sono solo alcune delle manifestazioni che vedono il Kodokan protagonista

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